La Scuderia è al tempo stesso un romanzo storico, un romanzo popolare e un thriller. Sviluppa e amalgama tra loro tre vicende. La prima è quella sportiva, legata alla stagione delle competizioni automobilistiche europee 1936, nella quale si affrontano le ormai superate Alfa Romeo della Scuderia Ferrari e le velocissime, modernissime e ultra-sofisticate Auto Union e Mercedes finanziate in parte dalla casse del Reich tedesco. La seconda è una storia d’amore tra un collaboratore di Enzo Ferrari e una giovane dal passato tutto da verificare. La terza è il tentativo da parte dell’Abwehr, i servizi segreti della Germania nazista, di utilizzare le corse in automobile, una forma di sport popolarissima in quegli anni, per modificare gli equilibri politici tra le nazioni europee – prime tra tutte l’Italia e la Germania. Non va infatti dimenticato che lo sport aveva un ruolo di primo piano nella propaganda nazista, basti pensare alle Olimpiadi estive di Berlino e a quelle invernali di Garmish-Partenkirken del 1936, vetrine di lusso a livello mondiale per il nuovo Ordine che Hitler aveva instaurato in Germania.
Tra vero e verosimile
La trama de La Scuderiaè giocata sul sottile equilibrio tra quel che è vero, quel che è inventato e quel che è verosimile. Inventata è la storia d’amore tra Ugo e Monica, il rapporto di lavoro tra Ugo ed Enzo Ferrari, il rapporto di amicizia tra Ugo e Athos, i piloti e i personaggi del mondo dell’auto che incidono sulla trama e sulle dinamiche connesse a questi rapporti e a queste persone. Vere sono le gare che si susseguono nel corso della stagione 1936 e i risultati finali di ciascuna gara – compresa quella che coincide con il culmine della tensione e la risoluzione della vicenda. Verosimili sono le situazioni che si creano mentre la trama si dipana. Per poter fare una cosa del genere è naturalmente necessario conoscere bene tutto quello che è realmente successo nel 1936 all’interno e all’esterno della stagione di corse. Ma quando leggi sui libri di storia o sulle cronache dell’epoca che l’Auto Union, a Tripoli, fece rallentare uno dei suoi piloti, Stuck, perché l’altro, Varzi, lo superasse e in questo modo la Germania nazista potesse omaggiare l’Italia fascista per la proclamazione dell’Impero avvenuta solo qualche giorno prima… per un autore è poi facile lasciare scorrere la fantasia e al tempo stesso restare nel campo del verosimile.
I luoghi
Modena è l’epicentro della vicenda. E’ qui che ha sede la Scuderia Ferrari. E’ qui che lavora Ugo ed è qui che, tutti i giorni, da Bologna arriva Athos. Con il quale Ugo fa colazione ogni mattina al Caffè dell’Orologio, tra la Ghirlandina e la via Emilia Centro.
Cremona, dove Ugo e Monica vivono la maggior parte della loro storia d’amore. E’ qui che abitano entrambi ed è qui che tutti e due tornano il fine settimana – Ugo da Modena, Monica da Ferrara.
I tanti circuiti europei nei quali si snoda la stagione di corse 1936: Montecarlo, Tripoli, il Nurburgring, il circuito del Montenero sulla costa tirrenica, alle spalle di Livorno. Ma anche le pietraie delle Madonie tra le quali si svolge la massacrante Targa Florio, la Mille Miglia e Punta San Vigilio, sul lago di Garda. Dove Ugo un pomeriggio d’estate ritrova Monica e fa la conoscenza di uno di quei personaggi che sono stati protagonisti della Storia scritta con la ‘S’ maiuscola.
Le atmosfere
Le nebbie invernali della pianura padana, da Modena a Cremona a Mantova, dove Ugo una sera accompagna a casa Tazio Nuvolari. L’esagerata calura estiva della vasta e sterminata conca del Po. L’eccitazione dei campi di gara, le sale di stucchi dorati dell’Hotel de Paris di Montecarlo, le stanze del potere di Berlino, la foresta dell’Eifel, il litorale del Tirreno tra Livorno, Ardenza e Antignano, il bar Giardino di Cremona, a due passi dal Torrazzo.