Come ogni libro d’esordio, La Scuderia ha avuto una lunga gestazione, figlia principalmente dell’insicurezza di ogni autore, il quale – a volte anche inconsapevolmente – cerca di rimandare il più possibile il giudizio di un editore. I primi germi del romanzo che sarà pubblicato nel 2009 con il titolo La Scuderia sono infatti del 1994. All’epoca lavoravo a Roma in Toyota Motor Italia e fu lì che iniziai a dividere le mie giornate tra il lavoro, che svolgevo in ufficio durante il giorno, e l’hobby della scrittura, che iniziai a coltivare la sera – a lungo il momento della giornata nel quale ho sempre amato sedermi davanti a una tastiera. Abitudine cambiata quando scrivere è diventata la mia professione e, come ogni professione, è stato necessario stabilire una routine precisa per darsi una displina, senza la quale è impossibile fare dello scrivere la tua attività quotidiana.
La storia d’amore fu il primo intreccio sul quale lavorai. La storia sportiva e quella del mistero presero forma poco alla volta partendo da una frase di Nuvolari come la riportò e tramandò fino ai giorni nostri Enzo Ferrari nel suo Piloti… che gente: “Per andare forte, i freni non servono.” Nonostante all’epoca della prima stesura (o, per meglio dire, delle varie prime stesure) non ci fosse Internet e, per questa ragione, la ricerca di documentazione l’avessi condotta principalmente in biblioteca o acquistando libri alla Libreria dell’Automobile di Milano, a metà 1998 La Scuderia era un manoscritto che aveva una sua forma e una sua ragione.
Lo spedii senza esitazione a Baldini & Castoldi in base a un semplicissimo ragionamento: avevano appena pubblicato Va dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro, che era stato un successo straordinario; pensai così – ingenuamente, me ne rendo conto adesso e lo sapevo in realtà anche allora – che potessero avere qualche denaro da investire in uno scrittore esordiente… ma tutto sommato non sbagliai, perchè quando, l’anno dopo, con Umberto Zapelloni andai a presentare il progetto di quello che sarebbe diventato il nostro primo libro, La Rossa e le altre, l’allore direttore editoriale, stringendomi la mano, mi disse: “Tu sei l’autore di quel bellissimo romanzo su Nuvolari, vero?”
Vero. Anche se, prima di arrivare alla pubblicazione de La Scuderia, per Baldini & Castoldi ebbi il piacere di pubblicare altri quattro libri.